Musicoterapia e musicoterapeuta

 

Articolo a cura di Francesco Delicati


Musicoterapia: un termine che deriva dalla fusione di due concetti. Da un lato la Musica, e dall’altro il Curare. Si tratta quindi di una disciplina specialistica (di carattere preventivo e terapeutico-riabilitativo) che utilizza l’espressione musicale (in quanto forma di comunicazione non-verbale) come strumento per intervenire sulla sofferenza e il disagio.
"La musicoterapia è l’uso della musica per la realizzazione di fini terapeutici: il ristabilimento, il mantenimento e il miglioramento della salute fisica e mentale" (Associazione Nazionale per la Musicoterapia – NAMT). La musica viene proposta come mezzo per la stimolazione e lo sviluppo di funzioni quali l’affettività, la motricità, il linguaggio, ecc..

Elemento importante all’interno della definizione della musicoterapia: la centralità del rapporto che si stabilisce tra paziente e musicoterapeuta, dove il linguaggio per comunicare è quello dei suoni. La situazione terapeutica si avvale perciò di una comunicazione agita prevalentemente attraverso il linguaggio non-verbale della musica, dove per "musica" s’intende l’intero mondo del suono e cioè: musica propriamente detta, suono/ritmo, suono/movimento, vocalità.

I principi-base della pratica musicoterapica sono:

La Musicoterapia per le persone con la Malattia di Alzheimer


"Questa musica mi fa tornare a dodici anni!" (Assunta); "Queste canzoni sono belle, ci riportano alla gioventù... sembra che possiamo rigustare quell’epoca..." (Rina); "Riascoltare qualcosa che piaceva, sembra se sente un brivido!" (Bruno); "È come rivedere cose già viste" (Maria).


Gli anziani malati sono consapevoli degli effetti benefici del fare musica assieme e del potere della musica di "trasformarli" e di ridare loro vita nuova: al termine di un incontro di musicoterapia a cui partecipava, Assunta, una signora di 85 anni, comunicò il suo essere stata bene esclamando: "Noi sbocciamo quando siamo qui a fare musica!".
La letteratura internazionale e le ricerche sull’uso della musica come coadiuvante nella terapia della Malattia di Alzheimer rilevano come le due funzioni che sembrano essere maggiormente interessate dalla stimolazione musicale sono:

1) l’umore: che può stimolare la percezione di benessere nei malati e agire anche sul mantenimento delle loro capacità cognitive, oltre che sulle condizioni fisiche generali;
2) il rinforzo dei moduli cerebrali connessi con la memoria: la musica sembra essere un canale privilegiato nel tenere viva la plasticità cerebrale e quindi le funzioni cognitive.

La musicoterapia si presenta, quindi, come un mezzo privilegiato che consente il recupero di alcune delle molte perdite causate dalla demenza di Alzheimer: essa, infatti, offre al malato la possibilità di utilizzare alcune delle poche facoltà rimaste abbastanza conservate, favorisce le reazioni comportamentali (sorriso, movimenti corporei) rafforza l’attenzione e la prontezza, favorisce importanti cambiamenti nella qualità della vita (rafforzamento della fiducia in sé, voglia di vivere, vitalità, socializzazione), facilita l’interazione e lo sviluppo di contatti sociali, consente l’espressione dei sentimenti, un maggiore coinvolgimento con l’ambiente circostante e consapevolezza.

La musica dà alla persona malata la possibilità di esprimere e percepire le proprie emozioni e sensazioni affettive, di manifestare e comunicare il proprio pensiero, sentimento o stato d’animo attraverso il linguaggio non-verbale. La musicoterapia, inoltre, può migliorare nettamente la prestazione della memoria della persona malata per quanto riguarda il materiale cantato rispetto a quello parlato: persone che non sono più capaci di parlare coerentemente, sono in grado di cantare abbastanza correttamente le strofe di canzoni conosciute.
Scopo centrale della musicoterapia con malati di demenza Alzheimer: aprire canali di comunicazione che permettano all’individuo di accedere alle proprie risorse nascoste e favorire una migliore sintonia con l’ambiente ed una soddisfacente realizzazione personale.

Un programma di lavoro di musicoterapia con i malati di Alzheimer prevede molteplici attività musicali per assecondare le esigenze di ogni persona che frequenta un piccolo gruppo: ognuno è una storia a sé, ha una propria storia sonoro-musicale, una propria identità musicale; e ha pure un canale preferenziale di accesso alla musica.
Nel lavoro vengono integrate tecniche attive e ricettive, esperienze musicali sia strutturate che libere, alcune creative e altre ricreative. Tra queste: il canto di canzoni del repertorio della musica leggera e popolare, l’ascolto di brani musicali, l’associazione musica/movimento (dal rilassamento fisico, ai gesti liberi o strutturati in sequenze ritmiche, al ballo libero e alle danze popolari) l’improvvisazione strumentale.