
tratto dalla
TESI DI Silvia Maria Vizio:
"LA VALORIZZAZIONE DELLA PERSONA ANZIANA IN CASA DI RIPOSO ATTRAVERSO L'INTERVENTO ANIMATIVO:UNA STRATEGIA COMPLESSA"
- CORSO DI QUALIFICA ANIMATORE SOCIALE -
ENAIP LOMBARDIA - ANNO 1998
Per apprendere questa tecnica, è bene rivolgersi ad esperti 
del settore, che possono indirizzare l'animatore ed eventuali volontari e 
consentire loro di immetterla nel proprio bagaglio culturale. L'utilizzo di 
questo metodo si rivela interessante, visto che la musica è un linguaggio molto 
ricco, che permette di parlare all'essere umano nella sua interezza, dato che è 
in grado di stimolare il corpo, il mondo affettivo, intellettivo e razionale: 
ascoltare musica o produrre suoni, infatti, attiva gesti, ricordi, memoria e 
permette di comunicare con gli altri.
La musicoterapia può esprimersi a livelli diversi:
L'ascolto della musica, che accompagna diversi movimenti corporei, rende più 
piacevole alcuni esercizi fisici per il recupero delle funzioni motorie o 
respiratorie. L'educatore - animatore che utilizzi, insieme con l'esperto, 
questa tecnica, può sollecitare la persona a livello dell'affettività, e quindi 
farle esternare sentimenti ed emozioni, anche se è chiusa in se stessa. 
La musica consente operazioni di recupero a livello cognitivo e permette 
l'orientamento spaziale e temporale. Ognuno di noi può facilmente comprendere 
l'utilizzo della musica in campo ludico e ricreativo; meno comprensibile, forse, 
può essere l'uso in campo terapeutico. In tale ambito, si distinguono la 
musicoterapia attiva e la musicoterapia d'ascolto o ricettiva. 
 
In un'esperienza all'Istituto Geriatrico "C. Golgi", di Abbiategrasso (MI), si è 
operato come segue. In un primo momento, gli esperti hanno preso contatto col 
reparto: si sono selezionati due gruppi di ospiti, sulla base di test di tipo 
cognitivo e comportamentale, e grazie alle indicazioni del personale. Le sedute 
avevano durata di un'ora e frequenza settimanale, e hanno avuto il supporto del 
personale presente. 
Lo schema seguito si può sintetizzare in tre fasi: 
1) Fase preparatoria: gli ospiti, giunti nella sala prescelta per la seduta, 
sono messi in cerchio; segue il momento dei saluti e delle presentazioni, con 
informazioni sulla data ed eventuali festività. 
2) Fase centrale: il terapeuta presenta l'esercizio prescelto, che consiste 
nell'ascolto di brani selezionati in precedenza.
3) Fase finale: si riprendono alcune domande iniziali, relative all'orientamento 
spazio-temporale; seguono i saluti finali. Al termine del ciclo di sedute, si è 
constatato che, a un disorientamento iniziale, è seguito un riscontro positivo 
nell'umore e nel comportamento degli anziani. E' da ricordare che il tutto è 
stato abbinato a una riorganizzazione della gestione del reparto: questo per 
ricordare che qualsiasi intervento terapeutico, quale quello musicale, non può 
rimanere un momento estraneo alla vita della struttura, ma, anzi, si deve 
integrare con l'intera organizzazione.  
Un'altra esperienza, condotta dagli stessi terapisti nel medesimo istituto, si è 
centrata su una riabilitazione finalizzata alla riattivazione di memoria, 
attenzione e percezione di alcune anziane con problemi di demenza senile. 
Anche in questo caso si sono susseguite più fasi: 
1) Fase preliminare. Con frequenza settimanale, il gruppo si è impegnato in 
esercizi di ascolto attivo di brani musicali ed esecuzione di ritmi per mezzo di 
strumenti quali tamburelli, legnetti e triangoli; lo scopo dell'attività era di 
sviluppare l'attenzione e la discriminazione destra-sinistra, alto-basso, ecc. 
Inoltre, l'ascolto dei brani suscitava reazioni e commenti. Gli esercizi ritmici 
volevano sviluppare regole comportamentali (ad esempio, l'esecuzione a turno), e 
riattivare le capacità di numerazione. Il risultato di questa prima fase è stato 
senz'altro positivo, visto il gradimento per le riunioni e il progressivo 
verificarsi di semplici apprendimenti, nonostante alcune difficoltà per gli 
esercizi ritmici. 
2) Fase test. Sono state predisposte varie prove atte a riconoscere velocità, 
durata, intensità ed altezza dei suoni o l'andamento delle melodie. 
3) Fase training. Terminati i due mesi della fase precedente, si è approfondito 
tale modo di agire e le ospiti si sono impegnate in esercizi più elaborati, 
focalizzati sui sopra citati elementi del linguaggio musicale. 
4) Fase retest. Al termine, sono state di nuovo somministrate le prove iniziali, 
per valutare gli eventuali progressi ed abilità. In generale, si è constatato 
come la partecipazione a sedute di musicoterapia, come quelle descritte, può 
condurre ad una parziale riabilitazione delle capacità di attenzione, di 
coordinazione e intellettive. 
 
In un'ulteriore esperienza, condotta in alcune Case di Riposo di Como, sono 
stati coinvolti animatori, fisioterapisti, volontari ed obiettori. Lo scopo 
dell'iniziativa era di mantenere o recuperare funzioni cognitive di base, ed è 
stato personalizzato, in base alle esigenze delle diverse strutture e dei gruppi 
di anziani partecipanti. 
1) In una struttura, sono state condotte prevalentemente attività di ascolto, 
che dagli ospiti era preferito di tipo passivo. Per stimolarli, si è allora 
pensato a un'attività di lettura di racconti, in cui erano via via integrati 
stimoli musicali che attivavano operazioni cognitive.
2) In un altro istituto, si è preferito coinvolgere alcune persone affette da 
demenza, escluse dal resto delle attività. A loro sono stati proposti in 
prevalenza esercizi ritmici, con la riesecuzione di brani che risultavano 
preferiti. A ciò si sono uniti esercizi di rilassamento e di manipolazione 
corporea. 
In entrambi i casi, le attività sono state gradite e hanno incrementato il 
benessere.  
Dalla descrizione di queste esperienze, si può riassumere 
quanto segue: 
La musicoterapia deve essere, almeno inizialmente, impostata e gestita da un 
esperto, in collaborazione con le figure operanti in struttura. 
Essa si esprime secondo metodi diversi, che vanno personalizzati, secondo le 
finalità dell'intervento (riabilitazione o mantenimento delle capacità 
dell'anziano), e le esigenze degli ospiti, tenendo presente che, durante il 
ciclo di incontri, è sempre possibile "riaggiustare il tiro", a seconda delle 
reazioni dei partecipanti.
Una volta individuato il tipo di musicoterapia (semplice ascolto, esercizi di 
rilassamento, esercizi ritmici e così via), si è visto come le attività 
riscuotano spesso il gradimento degli anziani e si verifichi un beneficio sul 
piano dell'umore e della sensazione di benessere.Soprattutto negli 
autosufficienti, si è riscontrato un apprendimento di attività e un incremento 
intellettivo. Nei casi in cui si sia presentata la musica in modo più 
ricreativo, vi sono stati scarsi risultati a livello cognitivo, ma si è sempre 
constatato l'apprezzamento degli anziani.