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Ecco uno scrigno in cui conservare le vostre storie, le esperienze private e lavorative.

Mandatele a Silvia.



Papaveri ad Argentuil - Monet

 


 

VORREI RITORNARE BAMBINO

Musicoterapia come scambio intergenerazionale tra bambini e anziani.

“I nonni sono coloro che vengono da lontano e vanno per primi, ad indagare oltre la vita; sono i vecchi da rispettare per essere rispettati da vecchi; sono il passato che vive nel presente ed i bambini sono il presente che vedrà il futuro "



Anziani e bambini insieme protagonisti di un importante progetto della Dott. Achilli Anna Chiara, musico terapeuta nel centro diurno
 della Cooperativa sociale C.A.D.I.A.I. di Bologna: un gemellaggio tra due generazioni diverse che coinvolge il Centro Diurno per Anziani 
Cà Mazzetti di Casalecchio di Reno e la Scuola Materna Esperanto.
Così la musica riafferma il suo potere di  mezzo di comunicazione, linguaggio universale, capace di suscitare emozioni, stati d'animo
 ma soprattutto ricordi del passato; diventa elemento essenziale per il superamento di stereotipi e pregiudizi 
e  per lo sviluppo della creatività , della fantasia e del senso ritmico.
 L’ espressività spontanea individuale e di gruppo viene stimolata con la realizzazione di giochi del passato, quelli tradizionali, 
accompagnati dalla musica, filastrocche, fiabe musicali,oltre ai laboratori di creatività e di manipolazione con materiali diversi 
in particolari occasioni festive  pasquali, natalizie, di primavera, della mamma . 

Così gli anziani recuperano il proprio passato e la storia della propria collettività, diventano custodi e testimoni di antiche tradizioni fatte di giochi, canti, lavori, cibi, storie fantastiche e/o popolari, raccontate con l’emozione del ricordo. Con i bambini gli anziani tornano adulti responsabili, si risvegliano,  come riaffiorassero lontane tracce  del loro passato di bambini e genitori .

Ai bambini, invece, viene data l’occasione di  avvicinarsi all’anziano spesso percepito come la figura di un nonno e di accostarsi alla conoscenza di una realtà spesso immaginata e stigmatizzata dal mondo adulto secondo stereotipi negativi. Il contatto con gli anziani  rasserena e costringe i piccoli a ritmi più lenti e quindi a comportamenti più tranquilli. Ne viene migliorata la loro capacità di concentrazione e di apertura verso gli altri anche in situazioni di handicap. 

Mettere in relazione anziani e bambini è favorire esperienze personali di arricchimento di sé,del proprio mondo fatto di immagini diverse ma unite dallo stesso punto di partenza e di arrivo in cui la prima e la seconda infanzia convergono nel cerchio della nostra vita.  

Musico terapeuta

Dott.Achilli Anna Chiara

 

 


 

PROGETTO “VIDEO NARRAZIONI”-ISTITUTO CIMAROSA - di Elisabetta Picchi, Animatrice Cemea

 

La narrazione è un’attività che caratterizza l’essere umano: ogni giorno raccontiamo e ascoltiamo storie. Narrare ha un duplice significato: ci permette da una parte di comprendere la realtà, dall’altra rappresenta una dimensione attraverso la quale noi individui ci presentiamo a noi stessi e agli altri.

La narrazione assume una funzione ancora più significativa per l’anziano: permettere di rinforzare il senso dell’identità in una fase critica della vita, è veicolo di trasmissione culturale intergenerazionale.

Per questi significativi aspetti la narrazione è spesso al centro di interventi educativi e di animazione rivolti all’anziano. Il progetto “video narrazioni” vuole dare un valore aggiunto alla sollecitazione delle narrazioni con l’uso di uno strumento tecnologico: la videocamera.

 

Perché usare la videocamera.

 

Occorre motivare l’uso della videocamera rispetto ai più naturali o tradizionali metodi dell’ascolto e della scrittura, in quanto esso rappresenta un mezzo invasivo e meno familiare all’anziano, in secondo luogo comporta, oltre alla registrazione verbale, la ripresa delle immagini, con conseguente implicazione della dimensione corporale della persona. Rivedersi in un’immagine, sia statica che in movimento, sollecita una riflessione sull’immagine di sé e l’impatto può avere esiti positivi o negativi a seconda dell’accettazione che abbiamo di noi stessi: per contro, il giusto utilizzo dello strumento video può aiutare l’anziano nell’accettazione e nella valorizzazione della propria immagine.

 

Le riprese video consentono una documentazione ricca di informazioni che all’ascolto della narrazione uniscono tutto il bagaglio informativo trasmesso dalla mimica del viso e del corpo.

Il progetto può rappresentare un’occasione di socializzazione degli anziani ad un “nuovo” strumento. Gli anziani sono grandi fruitori di televisione, ma spesso non hanno gli strumenti adatti per capirne il linguaggio. Partecipare alla creazione di un video, dall’ideazione di un soggetto, alle riprese, passando attraverso la scelta delle immagini da montare e infine alla visione del prodotto finale, può offrire all’anziano degli spunti per comprendere un canale di comunicazione ormai imprescindibile per la nostra società.

 

IL PROGETTO

 

Il progetto riguarda la videoregistrazione di narrazioni da parte degli anziani. Le narrazioni verranno sollecitate attraverso domande su dei temi che di volta in volta verranno proposti. I temi guarderanno ai ricordi passati (i giochi d’infanzia, il lavoro, il matrimonio ecc.), ma anche a fatti di attualità. Nei giorni precedenti l’intervento le animatrici sonderanno con gli anziani gli argomenti che potrebbero destare interesse.

In una fase preliminare verranno individuati gli anziani interessati al tipo di attività, considerando la disponibilità al racconto e l’interesse per l’attività. Una volta individuato il gruppo si farà un incontro preliminare in cui si familiarizzerà con lo strumento. Si effettuerà un’inversione dei ruoli dove saranno gli anziani ad intervistare gli animatori e viceversa. Si guarderanno le immagini riprese e si discuterà sull’impatto che provoca la visione della propria immagine in video. Successivamente si stabilirà un calendario di incontri (una o due volte al mese) dove effettuare l’intervento. Le interviste verranno fatte in linea di massima individualmente, ma alle riprese parteciperà l’intero gruppo in modo da sollecitare il coinvolgimento di tutti in un dibattito.

 

Obiettivi del progetto:

 

o    Sollecitare la narrazione da parte degli anziani su temi sia del passato che di attualità. Come sopradetto la narrazione è un processo che favorisce la stima di sé, la valorizzazione della propria identità.

o    Essendo la narrazione condotta in gruppo, il progetto offrirà occasione di confronto e di socializzazione tra gli ospiti.

o    Valorizzazione delle opinioni e del vissuto di ogni singolo ospite.

o    Valorizzazione dell’immagine di sé.

o    Socializzazione con lo strumento tecnologico della videocamera e approfondimento del mezzo di comunicazione televisivo.

 

Metodologia:

 

Individuazione dei partecipanti e creazione di un piccolo gruppo.

Individuazione del luogo adatto per lo svolgimento dell’attività.

Storia della televisione.

 

Risorse materiali:

 

Videocamera

Libri e riviste specialistiche

Materiale cartaceo

 

Risorse umane:

 

Educatrici

Animatricee

Ospiti

Operatori Socio Sanitari

Istruttori

Responsabile di struttura

 


 

 

La biblioteca

 

Per arricchire le proposte di animazione può essere utile creare una biblioteca a disposizione degli ospiti della residenza.

Non è necessario acquistare dei volumi nuovi: amici, parenti, volontari, personale della struttura potranno donare i libri.

Occorre poi predisporre uno spazio adatto, con scaffali che siano accessibili anche ai disabili, in un luogo luminoso e tranquillo, dove eventualmente si potrà predisporre un tavolo con delle sedie, divani o poltrone per la lettura.

I libri vanno restaurati, spolverati e catalogati prima della loro collocazione negli scaffali. Occorre pensare ad una catalogazione facile e funzionale per mettere in ordine e trovare facilmente i libri. Per catalogare: si numerano i volumi e si indica l’autore, la casa editrice, l’anno di edizione, il genere (saggio, romanzo giallo, rosa, nero, storia, geografia, poesia, ecc…), il numero di pagine. Si può indicare la grandezza del carattere del testo, aspetto rilevante per coloro che hanno problemi alla vista. Esistono anche software gratuiti che agevolano la catalogazione informatica, ma può bastare la creazione di un archivio Excel.  Sulla costa del libro si attaccherà una piccola etichetta con in evidenza il numero di catalogazione ed eventualmente una lettera che ne indica il genere di appartenenza.

Il servizio di prestito deve essere regolamentato dalla compilazione di una scheda, sotto l’assistenza dell’animatore o educatore, oppure a compilazione libera (attenzione allora a verificare periodicamente la consegna dei libri e l’ordine dei volumi negli scaffali).

L’arricchimento dei volumi della nostra biblioteca asseconderà i gusti dei lettori, in modo da poter fornire nuovi libri di loro interesse.

 

Elisabetta Picchi

Animatrice CEMEA


Mi ricordo - di Dodi

Voglio tornare piccola.. ancora una volta tornare bambina…Voglio mio nonno e i pomeriggi trascorsi a sbrogliare reti da pesca, voglio l’atmosfera dei pomeriggi d’estate passati a giocare con le bambole e l’odore di soffritto che si spargeva per casa alle 6 del pomeriggio, e poi si stava fino a tardi davanti a casa con le altre donne a chiacchierare…Voglio Ennore e i suoi adorati cani seduto dietro casa con la radio perennemente accesa…Voglio Pippo che affila la falce a mano per sfalciare il prato…Voglio Oder che torna con la lambretta di cui riconosciamo il rumore da lontano e la Lilly che lo accoglie abbaiando…Voglio il mio vecchio armadio nella legnaia che custodisce i miei vestiti di neonata da mettere al mio bambolotto, voglio la pancetta arrostita sulla brace a mezzogiorno in punto, e quelle enormi fette di pane “tociate”..Voglio l’odore del brodo che mi avvolgeva ogni domenica mattina di vacanza, voglio la sedia a sdraio di filo verde che si apriva la sera per guardare la TV…voglio l’odore della legna che brucia nello scaldabagno il sabato sera d’inverno, il bagno fatto nella catinella la, “nella capanna” ogni sera d’estate, e mia nonna che pudica lo faceva con me tenendo le mutande in dosso…e mio nonno che mi solleva in alto quando arrivo di corsa tra le sue braccia…Voglio la Sheila, quell’enorme mostro abbaiante che mi faceva tremare ogni volta che che giravo l’angolo rasente il muro per paura che la catena non fosse abbastanza corta…Voglio lo zio Marino da tutti considerato un po’ matto perché parlava poco, e i pomeriggi seduti sotto il noce in mezzo al prato mentre lui parlava solo con me…e Romano, suo figlio, che mi accompagna tenendomi per mano ad accarezzare la Sheila, tenendola buona per me..e il glicine fiorito e profumatissimo sopra la sua cuccia, e lo zio Degrado che arrivava in bicicletta, organizzatore impeccabile di ogni situazione, dalla vendemmia alla macellazione del maiale, e la gelosia malcelata di mio nonno perché “a cà mì a cmand mè!”, voglio “Jusfì”, Giuseppe che scancherava dalla mattina alla sera, sempre con la sigaretta in bocca, ma sempre con una caramella o un cioccolatino in tasca, vinto al bar alla partita, per noi bambini…Voglio la bambola che cantava con i dischi nella schiena della Lucia, e Dilina, piccola e ripiegata su se stessa che mi faceva sempre una gran festa…E il rito della preparazione dei sacchetti della befana dell’UDI, a casa della Luisa e quella meravigliosa gondola luminosa sopra la televisione…E…invece molte di queste saranno ormai spazzatura, e molte di queste persone non ci sono più…resto io che non vorrei essere cresciuta, in questa serata di malinconia.


LA TESTIMONIANZA DI BRIGITTE, ANIMATRICE FRANCESE.

Mi chiamo Brigitte, sono francese e sono animatrice per anziani  a Embrun, nelle Alpi. Ho scoperto il vostro sito un po’ per caso, e mi ha molto interessata. M'interessava vedere quel che si fa in animazione in Italia e anche arricchirmi di idee.
Sono animatrice per anziani da 7 anni, ho il diploma d'animatore (BEATEP) e mi piacerebbe allargare la mia esperienza e lavorare forse in Italia in case per anziani.
Voglio anche condividere una delle mie esperienze. L'anno scorso ho organizzato "corsi" d'italiano per certi residenti (di origine italiana o che erano interessati da questa lingua). Erano almeno 8 ad assistere regolarmente un'ora alla settimana. Era un momento di piacere durante il quale insegnavo alcune parole, alcune frasi o espressioni utile nella vita quotidiana. Parlavamo degli usi e costumi in Italia e terminavamo l'ora mangiando un panettone e bevendo un bicchiere d'Asti.

Questa esperienza si è svolta su un periodo di 6 mesi. Avevo previsto di organizzare un viaggio a Torino per i residenti più autonomi. Abbiamo un minibus 9 posti, e in maggio 2004, siamo andati (5 residenti e 4 accompagnatori : un infermiere, due benevoli ed io) per tre giorni a visitare la città e i monumenti di Torino. Abbiamo visitato il museo egizio, la Mole Antonelliana con il museo del cinema, la basilica di Superga, il monte dei Cappuccini, il parco del Valentino e il borgo medioevale... Un viaggio un po' stancante ma che ha lasciato nella memoria tanti ricordi incancellabili. Per alcuni era il primo viaggio !
Un'esperienza molto interessante per tutti. Incontri tra residenti francesi e italiani potrebbero forse essere organizzati. Non è facile organizzare tali viaggi, ma quanto è ricco d'insegnamento, e permette soprattutto agli anziani di proiettarsi nel futuro! Ecco una piccola esperienza che dovrebbe, a parere mio, dare idee ...
Spero di essermi espressa abbastanza chiaramente in italiano, dato che non ho più l'occasione di praticare questa lingua, e mi scuso per gli errori.
Brigitte


Attività all’Istituto Domenico Trincheri di Albenga.

 Festa di compleanno.

 

 

Giovedì 15 Maggio nel pomeriggio qui in istituto festeggiamo i compleanni di tutti coloro che hanno compiuto gli anni nei mesi di aprile e di maggio.

Sono molti, in quanto solitamente viene effettuata una festa al mese, ma ad aprile per via delle festività pasquali non si è potuto adempiere ai consueti festeggiamenti.

Abbiamo così riunito venti persone rappresentate su di una torta in modo simbolico da venti candeline di colore azzurro e rosa: 14 le donne e 6 gli uomini.

La torta su cui erano posate le candeline era finta, perché nel rispetto di ognuno è parso giusto e più igienico evitare di soffiare su di una torta vera.

Questo fatto però ha ingenerato un po’ di confusione, in quanto non essendo gli ospiti informati sulla vera natura della torta si sono ragionevolmente posti il quesito di dove fosse andata a finire taluna magnificenza.

Mara ha affermato“c’era quella bella torta ma non ce la hanno fatta mangiare, chissà dove è finita”, Giancarlo invece ha detto”quella bella torta se la sono imboscata loro e a noi hanno dato quella meno buona”.

Naturalmente mi sono subito affrettato a spiegare la cosa, la prossima volta lo dovrò dire chiaramente durante lo spegnimento delle candeline.

Ma ad ogni buon conto le fantomatiche candeline vengono spente fra gli applausi generali e si intona un fatidico “tanti auguri” con l’ausilio dell’animatore e delle sue dubbie capacità canore.

Successivamente il sottoscritto(l’animatore)si lancia in una sorta di corrida alla Gerry Scotti invitando tutti i presenti ad incitare i festeggiati con un grande “olè” che riecheggia nella sala e ad alzare le braccia ad ogni nome letto ad alta voce.

E’ stato un momento coinvolgente,e nonostante la mia inesperienza mi è comunque parso un momento costruttivo e di socializzazione, soprattutto considerando il fatto che gli ospiti presenti sono stati in parte esclusi dalla attuale società lavorocentrica basata su di uno status efficiente e professionale.

Momenti come questi possono quindi servire al fine di riappropriarsi di una valenza sociale ormai lontana, ma sempre molto significativa.

Mentre vengono accese le venti candeline da Stefano un valente obiettore di coscienza che sta svolgendo il servizio civile,io porgo il microfono a Margherita, una simpatica ed arzilla nonnina che pur presentando deficit non indifferenti ha comunque conservato uno spirito giovane ed allegro: la invito così a raccontare una delle sue temibili barzellette del suo ricco repertorio, lei prontamente risponde al mio invito, ed è così che all’ultima battuta si scatena l’ilarità generale nella sala(la barzelletta qui è censurata).   

Il momento successivo è quello della consegna dei regali: i fumetti di Tex per Mario, che nel frattempo si era un po’ agitato per tutto quel trambusto, generalmente si agita quando vede delle belle ragazze, ricordo un giorno in cui seduti ad un bar vide due ragazze alzarsi, fu allora che si alzò anch’esso e le salutò con un “ciao”sorridendo teneramente.

Per le signore si è pensato ad una piantina da mettere sul comodino: Giovanna si è commossa ed ha pianto, Mariuccia era molto felice, Armida sorrideva mostrando il regalo mentre le veniva fatta una foto,Giuseppina era vestita a festa e mostrava il meglio di sé, Maria era contenta di essere al centro dell’attenzione.

Rosa si rivolge a me apostrofando: ora dobbiamo mangiare quella torta su cui abbiamo sputacchiato soffiandovi ?

Io le rispondo che la torta è finta, ma non mi capisce, batto allora le dita sulla torta finta cosicché lei comprenda meglio: mi guarda allora stupefatta e mi ribatte “ma è finta!”, mi sorride e si dà inizio alla musica.

Anche Nino che di solito è piuttosto introverso dimostra buonumore e reagisce positivamente all’olè dei compagni ringraziando e sorridendo.

Giuseppina invece mi dice che non è abituato a queste cose e non era il caso di disturbarci.

Mentre qualcuno accenna qualche timido ballo subentra anche la Dott.ssa Laura, la quale è stata finora in disparte perché è senza voce: si appresta a ballare con Olimpia una signora in carrozzina.   

Ecco che arrivano Anna e Tiziana, che sono rispettivamente un’infermiera e un’addetta all’assistenza, le quali cominciano a far ballare alcune signore  anziane debitamente grate dell’attenzione dimostratagli.

La festa si avvia alla fine, gli utenti sono stanchi e nonostante abbiano mangiato la torta, una deliziosa crostata fatta da Elio uno dei cuochi dell’Istituto, e siano state servite bevande e  stuzzichini vari permane lo stesso un certo languorino, anche in considerazione del fatto che si aspetta della farinata gentilmente offerta da Alessandro, un dipendente che ha appena usufruito della mobilità e vuole quindi salutare gli ospiti ed i colleghi con cui ha condiviso quasi vent’anni di lavoro.

Si ci appresta quindi ad apparecchiare per la cena, ma la farinata si fa attendere: dopo le 18 mentre alcuni di noi cominciano a guardarsi attorno preoccupati per il ritardo, ecco che all’improvviso  vediamo arrivare Alessandro con sua figlia Michelle ambedue trafelati con in mano la tanto sospirata cena.

La farinata viene molto apprezzata e gustata con piacere, gli ospiti paiono essere tutti soddisfatti anche se stanchi e la serata si avvia alla conclusione e ci si appresta a prepararsi per la notte.

Buonanotte e alla prossima!        

Animatore Geriatrico-Pedagogista A.N.P.E.(Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani)  

dott. Gabriele Olivieri  


Attività all’Istituto Domenico Trincheri di Albenga.

 Gita alla Madonna della Guardia di Alassio(SV).

  

La partenza è alle 08.30-09.00, arriva all’istituto Mirko l’autista del pulmino del Comune, il mezzo è parcheggiato proprio davanti all’ingresso.

Cominciano a scendere gli ospiti che già pregustano la scampagnata.

Nei reparti vi è molta confusione, gli operatori hanno appena dispensato la colazione e le infermiere sono ancora alle prese con le terapie farmacologi che giornaliere.

La dott.sa Laura prepara le medicine per coloro che partecipano all’escursione: siamo tutti molto agitati, anche perché qualcuno di coloro che si è prenotato ha appena rinunciato ad uscire, chiediamo allora ad altri, alcuni rispondono affermativamente, diventa però necessario modificarne i preparativi in base alle nuove esigenze.

Dopo tante peripezie si parte, il pulmino traballa un po’ , Emma è un  po’ timorosa perché è  seduta sulla carrozzina affrancata con degli appositi ganci, dei quali non ha molta fiducia.

Consegno a tutti i presenti un cappellino colorato per proteggersi dal sole: ve ne sono di tutti i colori e di tutte le forme.

Si comincia a cantare, O’ sole mio, Piemontesina bella, Sul cappello, Bella ciao, La domenica andando alla Messa, Volare e tanti altri successi del passato: il tutto con ottimi risultati (viva la sincerità).

Arriviamo finalmente a destinazione, o almeno così credono coloro che non sono mai stati al Santuario, ma vi è ancora un tratto di strada da percorrere, però il pulmino non ci passa: gli anziani vengono portati allora in auto e con l’ambulanza.

Ma le peripezie continuano:vi sono ancora delle scale, e con molta fatica grazie anche all’aiuto di alcuni volontari compresi degli autisti di autobus fra cui il nostro, si riesce ad arrivare finalmente alla chiesa, nel frattempo vengono consegnati dei foulard di colore arancione che simboleggiano la  giornata del malato la quale per l’appunto si festeggia in questa circostanza.

Comincia il concerto, ed è molto emozionante ascoltare e sentire echeggiare la voce dei cantanti lirici (tenori,soprani,baritoni), accompagnati da una ragazza che suona l’organo: si esibiscono con brani famosi fra cui l’Ave Maria di Schubert cantata anche in genovese, si conclude con un grande applauso generale e con molta esultanza.

Dopo il concerto viene celebrata la Santa Messa, finita la funzione ci si appresta a consumare un frugale pranzo al sacco: lasagne come primo, spezzatino per secondo accompagnato da patate stufate, segue il dolce e il caffè.

La giornata si sta ormai avviando alla sua conclusione, e dopo l’ultima fatica per la discesa ed il ritorno all’autobus si imbocca la via del ritorno, sulla quale facciamo ancora una fermata intermedia a raccogliere delle ciliegie in un campo di proprietà di Renato, uno dei nostri ospiti.

Dopo essermi arrampicato sull’albero ed aver raccolto qualche manciata di frutti succosi, ne distribuisco un po’ ad ognuno, ed è così che torniamo cantando all’istituto.

Pur essendo stanchi siamo tutti molto soddisfatti e felici della bella giornata appena passata. 

 

Animatore Geriatrico-Pedagogista A.N.P.E.(Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani)  

dott. Gabriele Olivieri  


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